18 giugno 1922. Primo viaggio del trenino Rimini-Mercatino Marecchia

Quando si arriva a Novafeltria da Rimini, all’ingresso del paese, là dove si trova la moderna rotatoria che consente di smistare il traffico, l’indicazione stradale recita “Largo G. Bonifazi”.

Mi sono sempre stimata della cosa, pur accorgendomi che neppure i novafeltreschi (nè i miei alunni che provengono dai dintorni) sanno in realtà chi sia questo personaggio e, in verità, io stessa ho cominciato a conoscerlo meglio leggendo le sue carte.

Classe 1860, rimasto orfano in tenera età, ebbe occasione di studiare a Pesaro divenendo Perito agrimensore, qualifica che per quei tempi corrispondeva a un titolo universitario, almeno per le nostre zone.

Impiegatosi ben presto in imprese edili che ricevevano appalti in varie parti dell’Italia unita, lavorò ventenne “negli Abbruzzi” con funzioni dirigenziali; tornato al paese per sposare Marina Mattei Gambetti nel 1888, mise a frutto le sue conoscenze tecniche e le numerose relazioni di lavoro per affrontare, insieme ai soci Lombardini, Polazzi, Raggi ed altri, varie imprese, numerosi incarichi nel circondario, dalla costruzione di strade e condotte idriche (a Rimini, è suo il tracciato della rete idrica di collegamento a Riccione), alla costruzione di edifici e piazze, al restauro di case coloniche e cimiteri.

Fu sindaco, più volte rieletto, di Maiolo, e si occupò delle sue proprietà terriere che, unite a quelle della moglie, ne fecero sicuramente una persona agiata e amata per la sua liberalità e il suo equilibrio nelle vicende dei suoi concittadini. Un’impresa importante per il paese era il Polverificio Bonifazi, insignito di importanti premi nel 1905 e nel 1907 che, insieme alle miniere di zolfo della vicina Perticara, rappresentava allora un fiore all’occhiello della modernità industriale arrivata fino ai nostri greppi.

Dai primi del ‘900 divenne il punto di riferimento per il consorzio costituitosi in vista della costruzione della ferrovia Rimini- Mercatino Marecchia e, grazie a tale incarico, mantenne i contatti fra i vari ministeri interessati alla costruzione del percorso, i comuni da esso attraversati e naturalmente tutte le banche finanziatrici dell’impresa e le maestranze che dovevano realizzarla (acciaierie, fabbri, scalpellini, muratori…). Da quegli anni divenne un consulente privilegiato del comitato per la costruzione della Ferrovia Fogliense che lo considerava un vero “apripista” per la costruzione di analoghi collegamenti ferroviari, così come si rivolsero a lui i comuni toscani di Sansepolcro e Arezzo, intenzionati prima o poi di allungare il tragitto fin dalle loro parti.

Un carteggio tecnico e via via sempre più cordiale testimonia il coinvolgimento del deputato pesarese Angelo Battelli che seguì da Roma gli sviluppi e l’iter burocratico di un’impresa così grandiosa per quel tempo, che accostava il nostro entroterra all’”Ostenda d’Italia”, quella Rimini che stava consolidando la sua fortuna balneare: ecco che la stessa Mercatino poteva essere proiettata nell’internazionalità, proprio come la vicina Repubblica di San Marino che già compariva sullo sfondo dei manifesti pubblicitari di Rimini proprio in quell’anno ideati da Dudovich.

Il 18 giugno 1922 giunse infine a Mercatino il trenino infiocchettato: Giuseppe era alla stazione ad aspettarlo circondato dai compaesani, dal sindaco Francesco Fabbri con il consiglio comunale al gran completo, l’ampio edificio della  stazione era parato a festa, le donne con i loro abiti buoni scendevano accorte tenendo per mano i bambini in festa mentre gli uomini, con il cappello e la barba ben rasata, si radunavano in crocchi.

E’ domenica e si festeggia Santa Marina.

Certamente porterà fortuna, pensarono tutti.

(Lorenza Bonifazi)

Fonti:

Archivio Bonifazi, Faldoni 3, 3A, 3B

  1. Turchi, Da Rimini a Novafeltria in treno, 1987
  2. Cangiotti, Mercatino-Rimini andata e ritorno, 19

“Scartamento ridotto” di Sergio Zavoli 1952 you tube

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