
L’anno del Signore 1863 fu un anno un po’ particolare per la Parrocchia di San Pietro in Culto a Mercatino Marecchia ed in particolare per l’Arciprete don Domenico Colombari che assistette a due nascite, se non insolite, certamente non così frequenti in un solo anno.
Il giorno 27 gennaio, con un freddo bubbolone e la neve tutt’intorno, l’ostetrica Colomba Zabaroni moglie di Rocco Pacini si presenta trafelata alla porta della canonica con un piccolo fagotto urlante: viene presentata (in termine tecnico “esposta”) una bimba di incerti genitori nata, secondo l’esperta, il giorno prima.
Fatta entrare l’ospite, dopo averla rifocillata e rassicurata, a Don Colombari non resta altro che registrare la nuova nascita e, rallegrandosi mestamente per l’evento inaspettato, battezzare la nuova venuta imponendole il nome di UMILIATA CASAGRANDE. Nominata per l’occasione madrina della neonata è la Zabaroni che non è nuova a queste cerimonie. Don Colombari si affretta a segnalare la cosa alle autorità competenti perchè provvedano a trovare una soluzione all’esposta.
Il 16 aprile dello stesso anno la storia si ripete anche se questa volta il sole comincia a scaldare l’erbetta verde che cresce nei campi e tutt’intorno è un tripudio di colori e ronzii: questa volta l’esposto è un bimbo di sesso maschile, anche lui di incerti genitori cui viene dato, guarda un po’, il nome di PIETRO CASAGRANDE. Madrina sempre l’ostetrica Zabaroni e a questo punto potrebbe venire il sospetto che questi genitori non siano poi così incerti in una comunità che non è poi tanto grande e in cui si conoscono tutti.
Oggi, in tempi di una parità di genere a volte più evocata che realmente perseguita, salta agli occhi di chiunque, tranne che a quelli di don Colombari e dell’ostetrica Zabaroni, che: passi il cognome CASAGRANDE di cui si capisce benissimo la derivazione (così come CASADEI, CASADIO, DIOTALLEVI, DEGLI ESPOSTI e via dicendo), ma un conto è portarsi dietro tutta la vita il nome di UMILIATA, e un altro è chiamarsi PIETRO come il principe degli Apostoli e come la chiesa in cui si è stati battezzati.
In ogni caso i due orfanelli furono spediti a Cesena e ospitati nell’Ospedale degli Esposti. Non sappiamo la loro sorte che potrà essere stata meschina o felice, onesta o disonesta, povera o fortunata. Possiamo solo ricordare le parole che Shakespeare fa dire al vecchio Duca della commedia “Come vi piace”:
“Sono dolci i vantaggi dell’avversità proprio come il rospo orrendo, velenoso, che però porta in testa un gioiello prezioso.
E questa nostra vita, via dalla folla, trova lingue negli alberi, libri nei ruscelli, prediche nelle pietre e, ovunque, il bene.
Fonti:
Archivio di Stato di Pesaro
Shakespeare, Come vi piace, Atto II
Stato delle anime della Parrocchia di San Pietro in Culto dal 1844 al 1860 a Pasqua
Calendario generale del Regno d’Italia 1862 (wikipedia)